giovedì 28 luglio 2011

LIBERO SFOGO

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Kierkegaard 

Sono stato tacciato di far parte di una generazione dormiente che ha messo l'Italia nelle mani di ladri. Ho risposto con veemenza che la predica non poteva venire da chi ha goduto della politica dei De Mita e dei Craxi, o giù, o su di lì, e dei loro discepoli locali.
Ho risposto che all'epoca dell'accusatore, a 20anni il posto di lavoro sicuro era comune quasi a tutti e le lotte politico-sindacali erano dure e durature perché il posto non era a rischio, ed essendo dure e durature alcune cose si riusciva a cambiarle anche con le urla in piazza.
Oggi puoi urlare un giorno, una settimana, poi nulla più. Devi produrre, sei precario, se non produci il pane a casa non lo porti e per produrre non hai tempo per protestare a lungo, per invadere le piazza e i Palazzi.
Se non produci non mangi, se non mangi non cresci, se non cresci non vivi, se non vivi non hai futuro. Ha sempre convenuto a tutti avere sotto di sé morti di fame per poi nutrirli in campagna elettorale. Credo che oggi però si sia toccato il fondo.
Se analizzo la maggior parte degli individui che mi governano localmente, vedo da anni gente che fa politica perché non ha un posto di lavoro fisso o una professione alle spalle: lavora alacremente ogni legislatura per fare favori e accaparrarsi voti per la prossima. Chi invece la professione ce l'ha, fa politica per migliorare la sua posizione sociale, per arricchire la sua professione, il suo studio, la sua azienda. Perchè ormai è prassi fare così.
Il bene comune da amministrare per la comunità è diventato il bene proprio da amministrare per i "propri" scopi.
Nel nostro piccolo tutti possiamo definirci Spider Truman, e se tutti spifferassimo le magagne dei politici locali, e dei loro dirigenti messi lì per lo scellerato spoil system? Non accadrà. perché anche questa è prassi.
Da calabrese ho paura della secessione che invoca Bossi perchè rischio d'essere governato solo ed esclusivamente da quei politici locali che ho descritto prima. Da coloro che sospendono finanziamenti a quel Comune perché la giunta ha un altro colore, e li riattivano appena quel colore è cambiato, e nel frattempo perdono i consueti ricorsi al TAR (pagati da noi sudditi), e lo spoil system cambia le regole del gioco a gioco quasi chiuso. Da coloro che dettano legge dall'alto in qualsiasi ambito senza averne competenza, imponendo progetti fatti da politici e non da tecnici (perché tecnici quell'ente non ne ha, in quanto piuttosto che indire concorsi ed assumere professionisti meritevoli, si avvale di u.t.c. con lsu e lpu da foraggiare in vista delle prossime elezioni, che sempre verranno): ed allora vedi piazze di paesi di mare con steccati da baita di campagna, o parchi giochi con ghiaia cosicché i bambini possano tirarsela contro, o porti fatti per arricchire il proprio tratto di costa senza badare al gioco delle correnti del mare che eroderà il litorale negli anni futuri, o centri storici evirati da c.a., alluminio e vetro, e via discorrendo.
La soluzione? Chi critica dovrebbe farlo costruttivamente si dice, io credo che le guerriglie greche viste nei tg della tv nei mesi scorsi, e che continuano anche oggi (ma i per i tg non fanno più notizia), si verificheranno anche in Italia quanto prima. L'esasperazione è giunta al capolinea in molti ceti sociali, credo anche che la "guerra" non sarà condotta da coloro che da sempre vivono border-line con stipendi miseri e senza rendite, sarà condotta dalla cosiddetta borghesia, dai figli di coloro che fino a 20 anni fa riuscivano a farsi un mese di ferie al mare, da coloro che sono riusciti ad andare all'università ma che difficilmente potranno mandarci i propri figli.
Come ricordava il mio amico Ernesto, Victor Hugo diceva che "la borghesia è semplicemente... la parte soddisfatta del popolo. Il borghese è l'uomo seduto. Una sedia non è una classe."
Siamo stati per troppo tempo seduti, credo sia giunta l'ora di alzarci in piedi, di darsi da fare.
Ne avrei ancora ma perchè tediare chi legge di cose che si sanno già, spesso però scriverle serve per fissarle meglio, per ricordarle, per confrontarsi, per arricchirsi delle critiche altrui.

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